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Se Cristoforo Colombo fosse stato un nobile piemontese? Alcuni studi confermano la tesi

Da Alessandro Maldera

Giugno 18, 2019

Se Cristoforo Colombo fosse stato un nobile piemontese? Alcuni studi confermano la tesi

Secondo alcuni studi il navigatore non sarebbe stato genovese, ma un nobile del Piemonte.

Capita spesso di raccontare storie sulle origini misteriose di oggetti, reliquie, monumenti e anche di narrare leggende che sembrano storie vere, e fatti di cronaca che sembrano, invece, leggende metropolitane.

Raramente però capita di raccontare di uomini famosi la cui la data e il luogo di nascita e l’estrazione sociale sia incerta, la maggior opera è frutto di un errore, ma è una grande invenzione, anzi no, forse non è sua, l’eredità è assegnata da un tribunale dopo 30 anni di processo e (giusta conclusione) la tomba ritrovata era falsa, e anche se fosse stata vera forse non ne custodiva il corpo.

Ebbene, per sommi tratti questa storia è stata la storia di Cristoforo Colombo, il navigatore più famoso che le cronache ricordino.

Dalle ricerche sulle origini di Colombo si evince che nel lontano 1583, davanti al Reale e Supremo Consiglio delle Indie, il più importante organo amministrativo dell’impero spagnolo, comparve tal Baldassarre Colombo, un distinto gentiluomo piemontese che asserì di essere parente di Cristoforo del quale richiedeva la sua parte di eredità.

Da qui partì l’indagine genealogica per scoprire le vere origini di Colombo.

Cristoforo Colombo era piemontese?

Secondo autorevoli studi il navigatore che cambiò le sorti del mondo non era l’umile figlio di un cardatore di lana nato a Genova nel 1451, ma era un membro di un importante famiglia aristocratica del Marchesato del Monferrato in Piemonte, ossia i Colombo di Cuccaro, a 20 chilometri da Alessandria.

Nonostante ciò resta il dubbio di dove effettivamente sia nato, o di quando (l’anno è il 1451, ma la data varia dal 26 agosto al 31 ottobre).

La sua appartenenza ad una famiglia aristocratica spiega il motivo per cui Colombo riuscì ad accedere alle corti europee che appoggiarono, anche dal punto di vista finanziario, il suo viaggio alla scoperta delle Americhe, nonché il matrimonio con Felipa Muniz Pierestelo, appartenente ad una delle famiglie più in vista del Portogallo. 
 
Inoltre, nel 2006, venne scoperto il vero nome della madre di Colombo, che non era Susanna Fontanarossa, bensì Marietta dei Marchesi di Ceva, signori di Lesegno, moglie di Domenico Colombo, signore di Cuccaro. 

Piemontese o genovese, Cristoforo Colombo si recò nelle Americhe pensando di aver raggiunto l’Asia: questo errore di calcolo lo portò alla più grande scoperta della storia del mare.

Anche su questo ci sono in realtà dei dubbi: i primi popoli organizzati a recarsi in quel continente furono i Vichinghi, più di 400 anni prima.

Inoltre, già da secoli si sapeva che la Terra era di forma sferica.

L’eredità di Colombo

Come abbiamo detto, però, non solo nascita e operato dell’ammiraglio sono “incerte”: famosa è rimasta la diatriba sul maggiorasco di Colombo, ovvero l’assegnazione dell’eredità, causa che durò 30 anni e che portò (visto che in ballo c’erano titoli nobiliari e relative rendite su diversi territori oltreoceano) diversi pretendenti da almeno 3 Stati diversi.

In ultimo anche la tomba fu dichiarata falsa, in seguito ad un ritrovamento di ossa a Santo Domingo durante il restauro della cattedrale, che fecero dubitare dell’originalità dei resti conservati a Siviglia.

Su questi fatti molto si è scritto, per motivi storici, storiografici, o di semplice interesse economico.

Povero o ricco, piemontese o genovese, per sbaglio o per volontà Cristoforo Colombo rimane una delle figure migliori che l’Italia ha offerto al mondo.

Ed è solo questo che a noi, oggi, deve interessare.

 

 
 

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende