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Il Palazzo Reale di Torino

Da Giulia Licari

Agosto 27, 2021

Palazzo Reale a Torino al tramonto

Il Palazzo Reale di Torino è la più importante residenza sabauda in Italia, inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1997.

Soffitti barocchi, pareti dorate, mobili intagliati e veri e propri capolavori rendono il palazzo uno straordinario monumento di arte e storia. Di qua sono passati i più grandi architetti, pittori, scultori e artigiani. Ma soprattutto, di qua è passata la storia di Torino e della famiglia regnante che l’ha plasmata: i Savoia.

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Disegno Palazzo Reale di Torino nel 1800

Un nuovo Palazzo per una nuova Capitale

Ci troviamo in piazza Castello, centro storico di Torino. Dove una volta imperava il palazzo del Vescovo a fianco della Cattedrale, oggi rimaniamo estasiati dalla magnificenza del Palazzo Reale di Torino. Con il suo colore bianco panna che illumina tutti gli edifici circostanti, da quattro secoli ormai domina sulla piazza centrale della città.

Dal 2016 fa parte dei Musei Reali di Torino che comprendono anche altri ambienti del complesso. L’Armeria Reale, la Biblioteca, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità, le Sale Chiablese, la Cappella della Sindone e, infine, i Giardini Reali.

Ma a quando risale la sua costruzione? Per comprenderne le origini dobbiamo tornare indietro nel tempo fino al 1563, ad Emanuele Filiberto detto il Testa di Ferro. Quest’ultimo, infatti, trasferì la capitale del Ducato di Savoia da Chambery a Torino. La corte sabauda per un po’ di tempo alloggiò nel vecchio palazzo vescovile, ma presto affiorì la necessità di una residenza più grande, degna di un Duca.

Il progetto di un “palazzo novo grande” venne affidato già nel 1584 all’Architetto e ingegnere militare Ascanio Vitozzi. Tuttavia, i Savoia dovettero aspettare la fine della guerra civile del 1639-1642 per vedere l’inizio dei lavori.

Cristina di Francia (prima Madama Reale) e il duca Carlo Emanuele II di Savoia diedero ordine a Maurizio Valperga di realizzare un secondo progetto per il Palazzo, in una piazza quadrata alle spalle del Duomo.

Il cantiere, inaugurato nel 1643, si protrasse ancora per vent’anni per le continue interruzioni dei lavori e le variazioni al progetto suggerite da Carlo Morello. Poi finalmente la facciata, dall’aspetto severo e imponente, vide la luce: il Palazzo Ducale divenne presto il riflesso architettonico della sovranità sabauda. Là dove per secoli ha avuto casa la massima carica nella Torino medievale (il Vescovo), si era insediato il nuovo simbolo del potere (il Duca).

Anche Torino adesso aveva il proprio Palazzo e poteva ufficialmente competere con le altre capitali europee.

Cancellata disegnata da Palagio Pelagi di Palazzo Reale di Torino

Il cancello da cui parte l’energia positiva

Il Palazzo Reale di Torino si caratterizza per il suo aspetto regolare e imponente, composto da un corpo centrale e due padiglioni laterali che si affacciano su una piazzetta quadrata.

Per entrare bisogna varcare uno dei punti più esoterici di Torino: l’imponente cancellata sorvegliata dalle statue dei Dioscuri a cavallo, Castore e Polluce, simboli di valori eroici e di virtù. La cancellata è orientata verso il punto in cui sorge il sole e, secondo la leggenda, corrisponde al “cuore bianco” della città, vale a dire il centro della magia bianca di Torino. Proprio qui, infatti, si dice si concentri l’energia positiva che viene irradiata tutta intorno.

In realtà, al momento della costruzione del palazzo – e fino al 1800 – la cancellata verde e oro di Pelagio Palagi non esisteva. Al suo posto c’erano dei portici (come quelli di via Po) con al centro una costruzione alta dalla cui loggia si affacciavano i Savoia. Una specie di balconata verso la città per gli eventi speciali.

Cosa c’è dentro il Palazzo Reale di Torino?

Una volta attraversata la cancellata di piazza Castello e superata la piazzetta Reale, ci si trova in un cortile che dà accesso al Palazzo Reale di Torino.

La prima meraviglia che si nota è il monumentale scalone fatto costruire nel 1862 da Vittorio Emanuele II. Una serie di affreschi, illuminati dal bianco del marmo, ricostruiscono la storia della dinastia sabauda mentre si sale al Piano Nobile.

Il primo piano è uno scrigno di ambienti preziosi. Nel 1663, in vista del matrimonio di Carlo Emanuele II con Francesca Orléans le sale furono riallestite e suddivise in due appartamenti, uno per il futuro duca e uno per la duchessa.

Ma il primo ambiente in cui ci si imbatteva era – ed è tuttora – il Salone degli Svizzeri/delle Guardie Svizzere, le cui decorazioni sottolineavano le origini sassoni della casata dei Savoia: una sala introduttiva per autocelebrarsi al cospetto degli ospiti. I candelieri in bronzo (un tempo a gas) che oggi si notano alle pareti risalgono all’epoca del re Carlo Alberto che al momento del suo insediamento ri-ammodernò gli appartamenti secondo il gusto del suo tempo.

A questo punto non resta che varcare la soglia dell’Appartamento Reale.

Salone dei corazzieri Palazzo Reale di Torino
Sala dei Corazzieri Palazzo Reale di Torino

Le tre Anticamere del Palazzo Reale di Torino

Prima di arrivare alla Sala del Trono, gli ospiti invitati al Palazzo Reale di Torino dovevano attraversare tre Anticamere. Sulla volta della Prima Anticamera (“Sala dei Corazzieri“) oggi troviamo alcune tele dipinte a finto cielo che sostituiscono degli antichi quadri andati perduti. Gli affreschi ripercorrono i momenti salienti della Famiglia Savoia mentre le tele ottocentesche mostrano scene storiche e bibliche.

Nel Seicento la seconda Anticamera era chiamata “Sala delle Virtù” per il dipinto centrale sulla volta che richiama le qualità di comportamento richieste ai Principi Sabaudi. Oggi questo ambiente è noto come “Sala degli Staffieri“, perché nell’800 era protetta da uno speciale corpo di guardia – gli Staffieri, per l’appunto – che aveva il compito di aiutare il Re a indossare l’armatura e salire a cavallo. Alle pareti otto arazzi, realizzati da artigiani piemontesi, raccontano storie epiche.

La terza Anticamera un tempo si chiamava “Sala delle Vittorie“, richiamando il soggetto degli affreschi. Oggi la conosciamo come “Sala dei Paggi” ed è caratterizzata da una speciale porta a doppio battente del 1662 che garantiva una maggiore sicurezza al reggente. Il nome della sala, anche questa volta, deriva dall’uso che se ne faceva nell’800.

Qui, infatti, venivano ospitati i Paggi di Corte, dei giovani di famiglia altolocata che si mettevano al servizio di sua Maestà. Uno di loro fu Camillo Benso (conte di Cavour) che già all’età di 15 anni frequentava Palazzo Reale da studente dell’Accademia Militare. Vi tornò poi, anni più tardi, come Ministro dell’Agricoltura, del Commercio e delle Finanze e addirittura come Primo Ministro.

Sala del Trono Palazzo Reale di Torino

La Sala del Trono

La Sala del Trono, una delle più belle del Palazzo Reale di Torino, è stata allestita così come la vediamo oggi nel 1831 per Carlo Alberto, re di Sardegna. La tappezzeria ottocentesca ben si amalgama con il soffitto seicentesco, affrescato dal pittore belga Jan Miel, e le pareti specchiate tipiche del settecento. Ma il pezzo più pregiato dell’intera sala è sicuramente il trono in legno dorato con i leoni ai braccioli e lo stemma sabaudo sulla spalliera. Un capolavoro realizzato dall’ebanista Gabriele Capello di Moncalvo d’Asti, sormontato da un altro pezzo unico: il baldacchino in velluto rosso con pendenti in seta dorata.

La balaustra che vediamo intorno al trono, invece, un tempo circondava il letto della Duchessa d’Aosta. Carlo Alberto la volle in questa sala per dare ancora più risalto alla magnificenza dell’ambiente. Proprio qui il sovrano incontrava ospiti illustri e politici che – secondo l’uso – si inchinavano una prima volta all’entrata e una seconda volta all’uscita facendo bene attenzione a non dare mai le spalle al Re.

Sla Udienze Private Palazzo Reale di Torino
Sala delle Udienze Private Palazzo Reale di Torino

La Sala delle Udienze Private

Se la Sala del Trono veniva utilizzata per le udienze pubbliche, un’altra camera, più intima e riservata ma pur sempre preziosa, era adibita agli incontri privati di Carlo Alberto. Anche qui spicca il trono dorato, ma ciò che salta all’occhio è la piccola cappella privata dove il sovrano poteva ritirarsi in preghiera.

La Sala del Consiglio

È una delle sale più importanti di tutto il Palazzo Reale di Torino. Proprio qui, infatti, si scrisse un pezzo di storia. Al centro del Salone un tavolo in bronzo dorato, sostenuto da quattro vittorie alate, riunisce attorno a sé poltrone e sedie. Fu su questo tavolo che il 4 marzo 1848 Carlo Alberto firmò lo Statuto Albertino, un documento che introduceva alcuni diritti per il popolo e istituiva la Camera dei Deputati e il Senato. Un vero e proprio antenato dell’attuale Costituzione della Repubblica Italiana.

Gabinetto Cinese Palazzo Reale di Torino

Il Gabinetto Cinese

Il termine Gabinetto deriva dal francese “cabinet” e indica una piccola stanza privata. Qui, nel Settecento, era il luogo di toeletta della Regina. Si tratta di uno degli ambienti più celebri del Palazzo: le pareti sono coperte da pannelli in legno laccati di manifattura cinese, un’idea di Juvarra per dare un gusto esotico all’ambiente.

Armeria Reale Palazzo Reale di Torino

L’Armeria Reale

L’appartamento Reale del primo piano si chiude con la sala dedicata al Medagliere Reale. Si tratta di un vero e proprio punto di confine tra l’appartamento e la Galleria Beaumont che ospita l’Armeria Reale. Qui troviamo una collezione da 33mila pezzi tra monete, medaglie e sigilli: un anticipo della magnificenza che si troverà una volta varcata la soglia dell’Armeria Reale.

Le notti, i pranzi e le feste da Re

Carlo Alberto di Savoia-Carignano fu una delle figure chiave del Risorgimento Italiano. Il suo personaggio si intreccia a doppio filo con la storia del Palazzo Reale di Torino: le nuove esigenze legate alle grandi ambizioni dei Savoia spinsero gli architetti di corte a rivoluzionale la residenza. Figlio di Carlo Emanuele e di Maria Cristina di Sassonia, Carlo Alberto sale al trono del Regno di Sardegna il 27 aprile 1831, dopo la morte dello zio Carlo Felice. E si trasferisce negli appartamenti reali scegliendo come camera da letto l’unica sala con balcone che si affaccia sui Giardini Reali a est.

Il Palazzo Reale di Torino non rappresenta dunque un mero centro del potere, ma è al contempo uno spazio privato e, perché no, un luogo per organizzare feste e banchetti.

Straordinaria è la Sala da pranzo, voluta dal Re nel 1837. Gli architetti hanno unito due ambienti diversi (l’ex Camera da letto e la Sala da Toeletta di Vittorio Amedeo II) per creare un unico salone. Al centro possiamo ammirare un grande tavolo ovale apparecchiato con porcellane, argenteria e bicchieri di cristallo.

Ma chi mangiava insieme al re? Solitamente solo gli ospiti d’onore avevano l’opportunità di pasteggiare al fianco del sovrano che si sedeva al centro del lato lungo del tavolo. Di fronte a lui, la Regina. Curiosamente e al contrario di oggi, a sedersi a capotavola era l’ospite meno importante.

A fianco della Sala da pranzo troviamo la Sala del Caffè con un magnifico pavimento in legno dai motivi a curva disegnati da Pietro Piffetti.

Uno degli ambienti che più colpiscono il visitatore per sfarzo e maestosità è invece la Galleria del Daniel, dal nome del pittore austriaco che dipinse l’eccezionale soffitto. Le pareti sono rivestite di specchi, secondo il disegno di Benedetto Alfieri, ispirato dalla celebre Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles. Uno spettacolare esempio di Barocco Piemontese.

C’era poi un grande salone dedicato alle feste di corte: è la Sala da Ballo, anche questa realizzata dall’unione di due anticamere seicentesche. Decorata da 20 colonne in marmo bianco, un fregio dipinto con danzatrici che ricordano i modelli antichi di Pompei e Ercolano, grandi specchi e lampadari in bronzo dorato. Al centro del soffitto a cassettoni si può ammirare La danza delle Ore, grande tela dipinta da Pelagio Palagi. La grande loggia in fondo ospitava poi i musicisti dell’orchestra che suonava ai
ricevimenti. Si tratta di una delle sale neoclassiche più belle d’Europa per la ricchezza dei materiali utilizzati e la qualità artistica delle opere.

L’ultima sala del Piano Nobile è la Sala dell’Alcova (la camera da letto nunziale) che conserva ancora lo stile originale del Seicento. Le decorazioni rappresentano giovani donne in gravidanza come buon auspico per la nascita dell’erede al trono.

Scala delle Forbici Palazzo Reale Torino
Scala delle Forbici Palazzo Reale di Torino

Il tocco di Juvarra al Palazzo Reale di Torino

L’architetto messinese Filippo Juvarra ha lasciato il segno in molti edifici pubblici e privati torinese. Anche al Palazzo Reale di Torino Juvarra lasciò la sua firma: nel 1722, in occasione del matrimonio tra Carlo Emanuele III e Anna Cristina di Baviera realizzò la Scala delle Forbici. La scala collegava il Piano Nobile al Secondo Piano dove si trovava l’appartamento del principe ereditario.

Si tratta di uno dei capolavori dell’architettura europea del Settecento: una scala con quattro rampe, di cui una che appare come sospesa nel vuoto. Sotto la quarta rampa inserisce un medaglione in stucco con al centro un volto sorridente da cui si diramano due serpenti. Delle grosse forbici – che danno il nome alla scala – tagliano le malelingue: una sorta di messaggio velato per tutti coloro che lo criticavano.

Appartamenti dei Principi di Piemonte e dei Duchi d'Aosta Palazzo Reale di Torino
Appartamenti dei Principi di Piemonte e dei Duchi d’Aosta Palazzo Reale di Torino

Il secondo piano di Palazzo Reale: gli appartamenti dei Principi di Piemonte e dei Duchi d’Aosta

Salendo per la Scala delle Forbici di Juvarra si accede al secondo piano del Palazzo Reale di Torino. In principio questo piano veniva utilizzato dalle dame e damigelle della Madama Reale, poi vennero organizzate le camere per i principi ereditari e consorti. Da qui il nome “Appartamenti dei Principi di Piemonte” con il quale ci si riferisce solitamente al secondo piano. Di fianco si trovano gli “Appartamenti dei Duchi d’Aosta” realizzati in occasione delle nozze tra Maria Teresa d’Asburgo Este e Vittorio Emanuele di Savoia allora duca d’Aosta.

In totale sono 30 le camere del secondo piano, sigillate alla caduta della monarchia e riaperte al pubblico solamente nel 2007. Attualmente l’accesso ai visitatori è consentito solo in determinate occasioni, ma le bellezze da ammirare non mancano. Tra queste ricordiamo la Sala Blu, la Sala Rossa, le Camere da letto e la strabiliante Sala da Biliardo.

La nuova disposizione delle sale è ad opera del principe ereditario Umberto: mentre il resto della corte sabauda si stabilisce a Roma, il principe trova nuova residenza al Palazzo Reale di Torino insieme alla futura sposa Maria Josè di Coburgo Gotha. La coppia porta una ventata d’aria fresca in città: a palazzo si organizzano udienze, incontri, feste e balli. Saranno gli ultimi decenni di vitalità dell’edificio, prima dell’esilio dei Savoia nel 1946.

Manica Nuova Palazzo Reale di Torino

La Manica Nuova di Palazzo Reale

L’ala più recente del complesso del Palazzo Reale è la Manica Nuova, edificata tra il 1899 e il 1903. L’edificio ospitò per alcuni decenni gli Uffici della Real Casa, agli Appartamenti di servizio, il Gran Scudiere, il Gran Cacciatore e il Prefetto di Palazzo. Negli anni successivi arrivò ad ospitare persino i cavalieri dell’Ordine di Malta e alcuni ambienti furono adibiti ad ospedale.

Durante la seconda guerra mondiale subì gli attacchi delle bombe aeree e molte porzioni vennero distrutte. Dal 2014, dopo vari restauri, la Manica Nuova è divenuta area museale del Polo Reale e accoglie il nuovo allestimento della Galleria Sabauda, visitabile con lo stesso biglietto del Palazzo Reale.

Quanto costa visitare il Palazzo Reale di Torino?

Palazzo Reale fa parte del circuito dei Musei Reali di Torino.

Con un solo biglietto, infatti, si possono visitare

  • l’Appartamento di Rappresentanza (al primo piano di Palazzo Reale)
  • l’Armeria Reale
  • la Cappella della Sindone
  • la Galleria Sabauda
  • il Museo di Antichità.


La durata media della visita ai Musei è circa 2 ore.

Biglietti

  • Intero: 15€
  • Ridotto: 2€ (ragazze e ragazzi da 18 a 25 anni)
  • Gratuito: minori di 18 anni, persone con disabilità e un loro accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, Tessera ICOM, Insegnanti con scolaresche, Guide Turistiche con gruppi

I biglietti sono acquistabili online su coopculture.it

Periodicamente i Musei Reali organizzano delle visite speciali o entrate gratuite. Per informazioni si invita a consultare la sezione news del sito-web.

Info utili

Orari percorso museale: 9-19 dal martedì alla domenica. Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima.

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Giulia Licari

Laureata in Lingue e Culture per il Turismo, con un Master online in Comunicazione digitale, Web marketing e Social media management (SDB), attualmente sto frequentando il corso di laurea magistrale in Comunicazione, ICT e Media . Da sempre amante di Torino e appassionata di comunicazione web e Seo