Cronaca di Torino

Il mistero della mano di corso Matteotti a Torino

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Sono tante le leggende che fanno da contorno alla storia della città di Torino, alcune delle quali veramente curiose.

Una di quelle di cui si parla più spesso è la mano posta al numero 45 di corso Matteotti.

Nessuno è sicuro del motivo per cui è stata costruita una mano (che pare indicare qualcosa su un foglio) subito sopra l’attuale passo carraio, ma nel corso dei decenni sono nate numerose storie e leggende in merito.

Secondo alcuni residenti la costruzione dell’edificio, in perfetto stile veneziano, risale agli inizi del Novecento, quando la strada si chiamava ancora corso Oporto, ma fino ad ora è stato impossibile risalire con certezza al periodo esatto di costruzione del palazzo.

Sempre secondo alcuni residenti e abitanti della zona la mano posta all’ingresso dell’abitazione è quella di una donna, Ebe de Marivaux, cortigiana francese famosa nel periodo di costruzione dell’edificio che, narra la leggenda, avrebbe abitato in questo palazzo o in uno dei palazzi circostanti.

A quanto pare, Ebe era una donna talmente bella e affascinante che, per cercare di conquistarla, molti dei suoi spasimanti accettavano di buon grado di elargirgli somme di denaro per il suo sostentamento. Somme di denaro che la cortigiana puntualmente non restituiva.

Il mistero della mano di corso Matteotti a Torino
Il mistero della mano di corso Matteotti a Torino

Si racconta che uno dei suoi amanti e creditori, il finanziere russo Bilinky, quando venne a scoprire che Ebe troncò la loro relazione per un altro uomo andò su tutte le furie e, colmo di rabbia, andò sotto l’abitazione di Ebe per pugnalarla. Il russo però, probabilmente sotto gli effetti dell’alcool, mancò il bersaglio e la lama del coltello si conficcò nel tronco di un albero adiacente il palazzo, che venne soprannominato “l’albero di Ebe”.

Questa storia però non chiarisce tutte le domande lasciate in sospeso sulla famosa mano, ad esempio: perché è posizionata proprio lì, e chi l’ha costruita? C’è un’altra storia secondo il quale quella mano è stata costruita originariamente, in maniera tale da non destare troppe attenzioni, per indicare la presenza di una casa chiusa all’interno del palazzo.

Questo è un esempio di come la storia della nostra città si adorna di leggende e dicerìe popolari che si tramandano di generazione in generazione e che, spesso, costituiscono la parte più interessante della nostra storia cittadina.

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