Arte

Le storiche fotografie di David Bowie in mostra ad Alba

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Una collaborazione unica, durata 40 anni, tra il camaleonte del rock e Masayoshi Sukita, uno dei  più raffinati fotografi.

Da Ziggy Stardust al Duca Bianco, passando per le copertine di dischi storici come Heroes, Tin Machine e The Next Day.

L’inaugurazione della mostra è prevista domenica 4 settembre alle ore 15 alla Wall of Sound Gallery di Alba (CN), in via Gastaldi 4.

Ingresso libero. Masayoshi Sukita sarà presente per firmare copie del catalogo Heroes.Bowie.Sukita. L’esposizione termina il 9 ottobre.

La mostra Heroes comprende 38 immagini, a partire da una serie di ritratti realizzati a Londra nel 1972 e a New York nel 1973, seguita da immagini dal vivo in Giappone nello stesso anno. Non mancano gli scatti iconici e diverse fotografie “alternative” del servizio di Heroes del 1977, immagini di viaggio a Kyoto, in Giappone, del 1980 e alcuni ritratti più recenti, scattati tra il 1989 e il 2002 per la promozione dell’album Heathen, compreso quello di un manichino a grandezza naturale, fatto costruire da Sukita per poter realizzare fotografie sempre nuove senza disturbare il soggetto ”originale”.
L’immagine di copertina dell’album Heroes è diventata iconica al punto che l’artista l’ha riutilizzata con un brillante artificio per il ritorno a sorpresa di David Bowie nel 2013 con The Next Day.

Il fotografo, oggi quasi ottantenne, non ha mai pensato a Bowie come ad un amico o ad un soggetto fotografico. Per lui, è sempre stato semplicemente “David Bowie”.

“Non sapevo chi fosse Bowie”, racconta Sukita. “Lo avvicinai grazie ad alcuni amici e gli mostrai il mio portfolio. Non sapevo che musica facesse, ma avevo sentito che aveva studiato danza con Lindsay Kemp. Il suo linguaggio corporeo era straordinario e ci piaceva molto la colonna sonora del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Così combinammo tutti questi elementi nelle nostre foto e quel che ne venne fuori fu semplicemente iconico”.

Il segreto delle immagini di Sukita è la naturalezza con cui ha affrontato e interpretato la complessità in continuo movimento di Bowie, in particolare durante il servizio da cui fu tratta la copertina di Heroes.

“Bowie aveva prodotto il disco The Idiot di Iggy Pop e vennero insieme in Giappone per promuoverlo. Mi chiamarono per un’ora di foto ciascuno. Nessuno parlò di scattare la copertina di un disco e quindi non pensai a nulla di creativo o concettuale. Catturai Bowie al naturale, seduto, in piedi, capendo che quella era la chiave più interessante. Gli spedii i provini e un mese dopo Bowie mi fece sapere di aver scelto una di quelle fotografie per la copertina di Heroes. Più tardi fu premiata come miglior copertina dell’anno da una rivista inglese. Ne fui davvero orgoglioso”.

sukita
Photo: Michael Clayton-Jones

Nato il 5 maggio 1938 nel distretto di Fukuoka, in Giappone, Masayoshi Sukita riceve in regalo dalla madre la sua prima macchina fotografica, una Rolleiflex, e le fa un ritratto. Si iscrive ad una scuola di fotografia di Osaka, ma, infiammato dalla passione per la musica jazz e il rock’n’roll, trova la miglior educazione visiva nei film di Marlon Brando, James Dean ed Elvis Presley. Quando esplode la Nouvelle Vague francese, lo sguardo di Sukita si riempie delle immagini di registi come Alain Resnais. Sul fronte della fotografia lo colpiscono Dennis Stock (che ha immortalato, tra gli altri, proprio James Dean). Comincia quindi a lavorare come assistente del noto fotografo Shisui Tanahashi.

Nel 1961 entra a far parte della divisione fotografica della Daiko Advertising Inc. di Osaka, mentre nel 1965 si trasferisce a Tokyo dove per la Delta Monde realizza filmati pubblicitari per la tv. Nel 1970 diventa freelance. Subito dopo comincia a viaggiare e visita più volte New York, attratto dalla sottocultura che ruota attorno a Andy Warhol e vede Jimi Hendrix in concerto pochi mesi prima della sua morte. Ma è Londra a cambiare il destino di Sukita quando nel 1972 conosce e fotografa Marc Bolan dei T.Rex. Un concerto di David Bowie alla Royal Festival Hall ha un impatto decisivo sul fotografo giapponese, che in meno di una settimana trova un contatto col management dell’artista. Col benestare del suo fotografo personale Mick Rock, Sukita ha finalmente accesso a Ziggy/Bowie. È l’avvio di una collaborazione che durerà oltre 40 anni e produrrà diverse copertine di dischi, da Heroes a Tin Machine e The Next Day, oltre a diversi libri.
Nel 2009 alcune opere di Sukita sono incluse nella mostra “Who Shot Rock & Roll” al Brooklyn Museum.

Sukita è tuttora attivo nell’ambito della fotografia pubblicitaria, della musica e del cinema.

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