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Giardini di Torino, una storia tra bellezza e antichità

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Torino è una città ricca di storia, arte e cultura, oltre ad essere una delle metropoli più verdi d’Italia. Infatti, il capoluogo del Piemonte vanta numerose aree verdi e parchi che offrono un’oasi di tranquillità e bellezza. Quindi, se cercate idee su dove andare in una giornata di sole, ecco per voi un giro virtuale tra i più antichi e caratteristici giardini di Torino.

I Giardini Reali sono i più antichi tra i giardini di Torino, creati quando Emanuele Filiberto di Savoia. Esattamente nel 1559 quando – dopo la pace stipulata col trattato di Cateau-Cambrésisla capitale del Ducato Savoia venne trasferita da Chambery a Torino. Nel corso dei secoli, l’area verde è stata arricchita, ristrutturata e ampliata. Alla fine del XVII secolo, l’architetto André Le Nôtre, noto per la sua collaborazione alla realizzazione dei giardini della reggia di Versailles, contribuì alla loro trasformazione in un luogo di bellezza senza tempo. Una delle attrazioni principali dei Giardini Reali è la Fontana dei Tritoni, realizzata dallo scultore Simone Martinez nella seconda metà del 1700. Questa imponente fontana si trova al centro della parte adiacente a Palazzo Reale. Dopo vent’anni di attesa e una lunga ristrutturazione, la zona recintata dei Giardini Reali è stata riaperta al pubblico. La parte che arriva fino a corso San Maurizio è invece accessibile a tutti.

  • Giardini Palazzo Cisterna

In via Carlo Alberto 23, non potete perdere i Giardini Palazzo Cisterna. La loro storia risale alla seconda metà del XVII secolo, ma nel corso dei secoli sono stati – e continuano ad essere – oggetto di numerosi interventi di ristrutturazione. Nel XIX secolo, il geometra Gibello progettò un’aiuola che ospita una fontana, il fulcro centrale del parco, su cui galleggiano damigiane di vetro piene di liquido rosso. Oltre alla loro bellezza naturale, i Giardini Palazzo Cisterna offrono anche un’esperienza artistica. All’interno dello spazio, è possibile ammirare opere contemporanee nell’ambito del progetto “arte alle corti”. Un percorso espositivo, all’interno dei palazzi storici, installazioni e sculture d’arte moderna.

In corso Vittorio Emanuele II ecco una dell’area verde più importante città. I Giardini, all’uscita stazione di Porta Nuova è dedicata ad Ernesto Balbo Bertone di Sambuy. Un uomo politico del Regno d’Italia che fu sindaco di Torino dal 1883 al 1886 e poi sovraintendente ai giardini pubblici della città. Il giardino risale al 1860 e al suo interno si può, ancora ammirare un orologio floreale donato dalla città di Ginevra.  Inoltre vi sono una serie di statue raffiguranti personaggi storici come Edmondo De Amicis, Massimo D’Azeglio e lo stesso Ernesto di Sambuy. Oltre alle statue, i visitatori possono godere della presenza di piante, ombra e panchine per un momento di riposo e relax.

Proseguendo il nel centro storico di Torino si trovano in piazza Cavour gli omonimi giardini.  L’area verde di forma irregolare è circondata da nobili palazzi ottocenteschi. I Giardini, dedicati a Camillo Benso Conte di Cavour, sono sorti nel 1875 dalla ristrutturazione del Giardino dei Ripari, costruito circa cinquanta anni prima. Questo parco sorge sui resti dei bastioni: le fortificazioni fatte abbattere da Napoleone dopo il suo ingresso nella città di Torino. Da allora, questa zona si è mantenuta verde e rigogliosa. All’interno dei Giardini Cavour, è possibile ammirare diverse opere d’arte, come il busto di Gandhi, la statua del generale Carlo di Robilant e un medaglione di bronzo in ricordo del poeta piemontese Pinin Pacòt.

  • Aiuola Balbo

Subito adiacente ai Giardini Cavour, si trova l’aiuola Balbo, uno spazio che è anch’esso “figlio” del Giardino dei Ripari. Quest’area verde rettangolare, quasi regolare, è caratterizzato da un viale alberato che conduce all’aiuola, da cui prende il nome. Qui si trova una splendida fontana con spruzzi d’acqua verso il cielo e monumenti dedicati a diversi personaggi illustri del Risorgimento. Tra le statue presenti nell’area, spiccano quelle di Cesare Balbo, Daniele Manin (un patriota di origini veneziane), il generale Eusebio Bava, Gustavo Modena (attore e patriota attivo a Torino), Lajos Kossuth (un rivoluzionario di origini magiare) e Salvatore Pes (diplomatico di Villamarina).

  • Giardini La Marmora

Continuiamo il viaggio nei giardini di Torino  in via Cernaia, nei Giardini Alessandro Lamarmora. Quest’aerea verde è dedicata ad uno dei più importanti generali dell’esercito sabaudo durante il risorgimento Italiano.  Progettati nel 1863 troviamo al loro interno

  • la statua dedicata a Alessandro La Marmora
  • un monumento in omaggio al corpo militare dei bersaglieri, realizzato nel 1936 per il centenario della nascita della suddetta arma.

Una piccola curiosità: la scena iniziale di “Quattro mosche di velluto grigio”di Dario Argento è stata girata proprio qui nel 1971

  • Parco della Tesoriera

In corso Francia troviamo il Parco della Tesoriera, uno dei più suggestivi tra i giardini di Torino. Questo parco, che misura circa 75000 metri quadrati, è sorto nel 1715 per volere di Ajmo Ferrero di Cocconato, consigliere e tesoriere dello stato sabaudo. Al suo interno si trova una villa, chiamata “la Tesoriera” – che fu realizzata lungo la strada che portava al castello di Rivoli – e che dal 1981 ospita una biblioteca . L’area verde offre una ricca varietà di flora, tra cui spicca un platano secolare all’ingresso principale, considerato uno degli alberi più antichi di Torino. Questo luogo incantevole è anche conosciuto come il “giardino del diavolo“, a causa delle leggende che circondano la figura del suo primo proprietario, il tesoriere prematuramente morto. Si narra che lo spirito dell’uomo, la notte, cavalchi ancora sopra quella che era la sua terra.

In corso Orbassano, nel quartiere di Santa Rita, troviamo Parco Rignon e Villa Amoretti. Quest’area verde e la residenza nobiliare che sorge al suo interno risalgono alla metà del XVIII secolo . Edifici entrambi sorti per  volere di Gian Battista di Osasio, nipote dell’abate Gian Battista Amoretti. La proprietà è stata  dei conti Rignon dal 1833 e verrà, poi, acquistata dal Comune: sia il parco nel 1955, sia la villa nel 1970. Oggi, la Villa Amoretti ospita una biblioteca comunale e rappresenta un luogo di grande bellezza e armonia. I giardini liberty che circondano la villa offrono un’atmosfera incantevole, rendendo questo parco un’oasi di pace nel cuore della città.

Il Borgo Medievale sembra veramente uscito da un libro delle fiabe di cavalieri e principesse. Il giardino all’interno del parco del Valentino è stato creato nel 1998 e si ispira alle rappresentazioni di orti e giardini delle miniature quattrocentesche dell’Italia settentrionale. Questo giardino si divide in tre parti:

  • il Giardino dei Semplici: ospita piante considerate “utili” e coltivate per le loro proprietà culinarie, mediche e cosmetiche.
  • l’Orto: in cui vengono coltivate, a scopo didattico, ortaggi, legumi, cereali e piante aromatiche tipiche del medioevo.
  • il Giardino delle Delizie: è un giardino segreto frequentato dai nobili della Rocca e costituito da quattro aiuole adornate con bellissimi fiori e piante.

  • Giardini della Principessa – Palazzo Madama

Un angolo verde all’interno di Palazzo Madama. I Giardini della Principessa sono situati sui tre lati dell’edificio, nel fossato, e sono protetti da alte mura che li separano da piazza Castello. Secondo la tradizione medievale, i giardini sono suddivisi in tre parti: l’hortus (orto), il viridarium (bosco e frutteto) e l’iardinum domini (giardino del principe). I Giardini della Principessa sono aperti tutti i giorni dalle ore 10 alle 18, ma chiusi durante il periodo invernale.

Nato nel 1800 come Reale Orto Botanico,  è uno dei più be oggi si trova all’interno del Parco del Valentino e fa parte del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli Studi di Torino. Esso è il giardino più importante della città perché ospita tantissime varietà di fiori e piante. Al suo interno troverete: il boschettol’alpineto, il giardino, la serra tropicale, la serra delle succulente e quella delle piante del Sud Africa.

Daniele De Stefano

Articolo aggiornato il 23/01/2024

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