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Quella volta che Muhammad Alì venne a Torino

Da Francesco Esposito

Giugno 06, 2016

Quella volta che Muhammad Alì venne a Torino

Nel 1991, Muhammad Alì venne a Torino per essere intervistato dal giornalista sportivo Gianni Minà

Sapevate che il grande Muhammad Alì venne a Torino? Un altro grande personaggio storico che ha visitato e apprezzato la nostra città.

Ebbene sì, Muhammad Alì, Cassius Clay, scomparso il 3 giugno 2016.

Le complicazioni respiratorie dovute al morbo di Parkinson hanno portato via al mondo intero quello che in molti definiscono “il campione dei campioni”. Muhammad Alì combatteva per gli oppression.

Combatteva per tutti coloro i quali cercavano riscatto e rispetto, aveva in sé la forza di tutte le vittime di soprusi: guardare i suoi incontri era ipnotizzante, era diverso, era speciale.

L’uomo che volava come una farfalla, ma pungeva come un’ape.

Un atleta che doveva essere cattivo per lavoro, ma che nella vita era un maestro, un saggio, uno di quelli che pronunciava frasi che colpivano più forte dei suoi pugni.

Era il 1991 quando, ospite in una trasmissione televisiva condotta da Gianni Minà, Muhammad Alì venne Torino e ci rimase qualche giorno.

Torino, Quella volta che Muhammad Alì alloggiò al Sitea
(Foto tratta pagina Facebook Hotel Sitea)

Chi lo ha conosciuto dice che non si comportava come una star, ma anzi, lo definivano “il ciclope dal cuore d’oro”.

Tre notti passate al Grand Hotel Sitea, in via Carlo Alberto 35, nel centro storico di Torino, quando la città sabauda non era ancora la meta turistica che è oggi.

Così Alì voleva stare lontano dagli sguardi e dalle luci della ribalta che avrebbe meritato.

Un semplice messaggio di ringraziamento e di ammirazione per lo staff dell’albergo sul guestbook, come ognuno di noi fa alla fine di un soggiorno, uno smile a riassumere la piacevolezza dell’esperienza vissuta e un arrivederci con la sua firma.

Un saluto senza fronzoli, senza la pretesa di essere più importante degli altri.

Ed è forse questo il modo di salutare un campione, lo sportivo che fu tra i primi a scrivere un libro, a pronunciare frasi che risuonano ancora oggi nelle orecchie e fanno inumidire gli occhi a chi era giovane negli anni ’70 e considerava Alì come un esempio, come il più grande di tutti.

In pochi sanno che sconfisse persino Superman in un’edizione speciale del celebre fumetto della DC Comics e, fu in quell’occasione che pronunciò la famosa frase “Tutto quello che posso fare è combattere per la verità e la giustizia”.

I valori per cui combatte ogni supereroe che si rispetti.

Francesco Esposito

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Francesco Esposito

Francesco Esposito, nasce a Torino nel 1984, a 11 anni vince il suo primo concorso di poesia e decide che da grande scrivere dovrà diventare il suo mestiere. Ha pubblicato una raccolta di racconti intitolata "come i pesci" - in fase di pubblicazione -e sta lavorando al suo primo romanzo.