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Il miracolo della Consolata: a Torino per riacquistare la vista

Da Alessandro Maldera

Giugno 06, 2015

Il miracolo di Briançon: a Torino per riacquistare la vista

Non tutti forse conosco il miracolo di Briançon, grazie al quale un giovane nobile francese, tale Jean Ravais, riuscì con la fede e la devozione ad acquisire la vista nonostante cieco dalla nascita. Ma facciamo chiarezza sul miracolo della Consolata.

Una storia di fede: il miracolo della Consolata

Correva l’anno 1104, Torino aveva appena visto l’istituzione della Marca e di li a pochi anni avrebbe assistito agli scontri tra i Savoia di Umberto I Biacamano, i conti Albon e i conti Alemarici.

Jean Ravais era un giovane nobile francese originario di Briançon, che una notte ricevette gli omaggi della Madonna in sogno ed un compito ben specifico: recuperare un quadro che la raffigurava, disperso tra le macerie di una vecchia chiesa torinese.

Inutile dire che il cieco non si fece ripetere una seconda volta il da farsi, vista l’importanza del “mandante”, ma che, anzi, subito partì alla volta di Torino accompagnato dalla sua domestica; unica che volle aiutarlo nell’impresa, dopo essersi rivolto ai suoi parenti più prossimi che declinarono senza troppe scuse.

La preziosa reliquia da recuperare era un’immagine sacra che il vescovo di Vercelli aveva portato in Piemonte, come presente, al vescovo di Torino, tale Massimo; il tutto per far proliferare il culto della Madonna.

miracolo della consolata

Successivamente al dono, arrivano i primi problemi per l’immagine votiva: il nuovo vescovo entrato in carica negli anni dall’ 818 all’ 827, Claudio I, era un iconoclasta di prima categoria, ovvero, da subito iniziò a bandire tutto ciò che aveva a che fare con il culto dei santi, la Madonna e le reliquie.

Fu così, che nell’ 820, per salvarla dagli oppositori iconoclasti, fedeli di Claudio I, la preziosa raffigurazione venne celata e in seguito perduta. Ricomparve solo nel 1015 e nuovamente smarrita in seguito alla demolizione della cappella di Sant’Andrea da parte degli uomini di Enrico IV di Francofonia.

Si può quindi immaginare l’importanza che il giovane e fedele Jean avesse dato a questa missione.

Nel suo percorso dalla Francia, passò in luoghi, a noi torinesi, noti e che inoltre furono oggetto di miracoli. Un esempio fu quando nel passare dal borgo Pozzo Strada, ancora oggi presente, per una frazione di secondo Jean riacquisì la vista riuscendo addirittura a vedere il campanile della chiesa che, in un secondo momento, si sarebbe scoperto celare la sacra reliquia.

Inizia quindi, in data 20 giugno, una corsa frenetica verso la chiesa di Sant’Andrea; oramai ridotta ad un cumulo di macerie.

Nel frattempo, arrivato e messosi inginocchio a pregare nel punto ove la visione gli aveva indicato, il vescovo Mainardo dopo essersi unito in preghiera , da ordine di scavare nel punto di raccolta cui Jean aveva da poco dato vita.

Nel giro di pochissimo, viene alla luce la santa reliquia e il giovane di Briançon acquisisce una volta per tutte, in questo caso, il dono della vista.

Che sia leggenda o verità, questo nessuno mai lo verrà a sapere. Giusto qualche documento datato 1595 pare dichiarare l’avvenimento; una ipotetica copia dell’antico quadro inoltre presente nel santuario della Consolata: costruita successivamente sulle macerie della chiesa di Sant’Andrea. Ancora forse un indizio potrebbe rivelare la veridicità dell’accaduto: la parrocchia della natività che, in Pozzo Strada, sembrerebbe commemorare il fuggente miracolo.

Damiano Grilli

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende