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Torino non è solo Fiat: la storia di Lancia

Da Alessandro Maldera

Giugno 05, 2015

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Mio padre, e prima di lui mio nonno, erano impiegati presso gli stabilimenti Lancia: il primo in Borgo San Paolo, dove oggi sorge un complesso edilizio, un centro commerciale e il famoso grattacielo. I l secondo presso gli stabilimenti di Chivasso dove la casa automobilistica aveva deciso di ampliare le proprie linee.

Storie di due uomini del sud, storie di operai, di lavoratori, di Torino: che in questo caso non fa da sfondo a fusioni con gruppi americani ma, al contrario, è protagonista di una storia tutta torinese.

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29 Novembre 1906, nasce a Torino “Lancia & C.” fondata da Vincenzo Lancia e Claudio Fogolin con obiettivo di costruire auto di lusso, comode e che daranno filo da torcere negli anni a venire alle più agguerrite concorrenti teutoniche.

I due soci erano stati impiegati nelle fabbriche della sorella maggiore Fiat, e si erano conosciuti proprio in quell’ occasione, Vincenzo era anche conosciuto in Europa a causa delle proprie imprese come pilota di auto da corsa; il primo stabilimento fu quello occupato in precedenza dalla vecchia Itala in via Ormea/via Doninzetti.

La produzione in serie iniziò nel 1908 e i prodotti subito apprezzati per la le loro finiture interne e astuzie meccaniche.

I primi prodotti sono un successo e spingono la dirigenza ad allargarsi fino a installarsi stabilmente in borgo San Paolo, la fabbrica di mio nonno.

Durante le guerre mondiali la produzione è convertita ad uso militare e le già numerose commesse aumentano ancora.

Questo porta in fatti alla fondazione di un ulteriore stabilimento, aperto nel 1937 a Bolzano, dedicato per lo più alla produzione di mezzi pesanti inaugurato proprio mentre il fondatore della casa veniva a mancare a causa di un infarto.

Dopo anni di gloria e crescita continua iniziano per la Lancia anni difficili, anni in cui la moglie non riesce a trovare un dirigente adeguato che possa continuare l’ attività di famiglia.

Torino non è solo Fiat: la storia di Lancia
Vincenzo Lancia

Il 1947 è l’ anno di svolta: prende le redini dell’ azienda il figlio di Vincenzo, Gianni, che lancerà la società nelle competizioni  sportive di massimo livello che porteranno la casa torinese a sfregiarsi della corona d’ alloro per diverse volte nel mondiale rally negli anni ‘80 con la famosissima Lancia Delta, ma anche di partecipare al mondiale di Formula 1 ed ad altri circuiti di gare internazionali.

Le auto prodotte in quegli anni avranno un successo importante, modelli come l’ Appia, Aurelia, B20, B24, diventeranno famosi in tutta Europa e l’ azienda avvia delle collaborazioni con Pininfarina e Zagato.

Tra il 1954 e il 1958 la famiglia Lancia passa la mano, e vende le azioni di maggioranza alla proprietà dell’ Italcementi, ma questo non impedisce all’ azienda di creare modelli come la Flaminia, la Flavia, la Fulvia, tutti modelli che si fecero apprezzare per la loro raffinatezza sia interna che meccanica.

Nel 1963 apre il secondo stabilimento torinese, a Chivasso, dove poi entrarà in servizio mio padre.

Il 1969 è l’ anno del passaggio a Fiat, che sancì la fine definitiva dello stile Lancia, di ciò che aveva contraddistinto il marchio sul mercato di tutta Europa: Fiat abbattè i costi, ma non proseguì quell’ idea di prodotto introdotta da Vincenzo.

Qualche modello ebbe un discreto successo come Thema o Delta, ma il sogno era sostanzialmente finito: con la produzione di modelli di poco successo come Dedra o Lybra e inseguito alla fusione con Chrysler, il marchio Lancia resisterà solo sull’ unico modello denominato Ypsilon, almeno così prevede il piano industriale fino al 2018.

Gli stabilimenti non ci sono più, anche mio nonno non c’è più, ma il marchio Lancia si identificherà sempre con l’ idea di lusso, qualità e stile italiano.

Alessandro Rigitano

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende