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24 marzo 1860: il trattato di Torino

Da Alessandro Maldera

Marzo 24, 2015

trattato di torino

La storia è un flusso continuo di eventi che a volte scorrono paralleli, altre si intrecciano tra loro, producendo effetti che avviano altri eventi. Mattoni che sono le fondamenta della realtà odierna.

Si creano alleanze, si sgretolano e se ne costituiscono delle altre, con un nuovo attore sulla scena o col nemico o l’alleato di ieri e soprattutto cambiano i confini.

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Il 24 Marzo  1860 venne sancito il Trattato di Torino con cui Nizza e la Savoia venivano cedute alla Francia

Bandiera Italiana con stemma Savoia

Una data che modificherà per sempre la geografia di quello che allora era il Regno di Savoia, che oggi è l’Italia .Perché? E’ presto detto.

Dopo la prima guerra d’indipendenza del 1848/49  l’Italia è ancora divisa e il dominio austriaco sul territorio lombardo-veneto costituisce il primo ostacolo al progetto di unità nazionale di Cavour.

Gli accordi di Plombières del Luglio 1858 ventilarono l’ipotesi ufficializzata dall’Alleanza Sardo-Francese firmata nel Gennaio 1859

L’imperatore di Francia Napoleone III si impegnava ad intervenire in favore del Regno di Sardegna in un eventuale conflitto con l’Austria.

trattato di torino

Ma solo in caso di aggressione da parte di quest’ultima; in cambio dell’aiuto ai francesi andavano i territori di Nizza e della Savoia.

Le provocazioni tese ad alimentare tensioni già presenti sortirono gli effetti sperati e l’ultimatum di disarmo austriaco del 19 aprile 1859 venne ovviamente respinto dai sabaudi.

Portando così alla seconda guerra di indipendenza.

In pochi mesi le forze franco-piemontesi liberarono la Lombardia e sembrava che uguale sorte fosse riservata al Veneto, ma non andò così.

Il timore di Napoleone III di un allargamento del conflitto verso l’Europa con la minaccia dell’intervento prussiano lo spinsero a firmare l’armistizio di Villafranca

Una pace con con cui l’Austria cedeva la Francia alla Lombardia che intendeva cederla in cambio dei territori sopracitati.

Gli accordi di Plombières erano stati in parte disattesi

Armistizio Villafranca

Ma Napoleone III ebbe comunque Nizza e la Savoia per allentare le tensioni dovute all’annessione della toscana, oltre ai ducati di Parma e Modena e della Romagna.

Ovviamente la Francia non vedeva di buon occhio un eccessiva espansione dei Savoia che minavano i suoi progetti sulla nostra penisola.

Un plebiscito-farsa per confermare l’annessone servì a dare una parvenza meno autoritaria al provvedimento che di fatto negava ad un milione di cittadini sabaudi l’appartenenza all’Italia

Una propaganda aggressiva, votazioni sotto occupazione militare e brogli elettorali portarono ad una percentuale favorevole all’annessione superiore al 99%.

Curioso notare come le votazioni dei marinai di Nizza tenute sulle navi sabaude (e quindi distanti da condizionamenti e presumibilmente libere) abbiano fornito risultati leggermente differenti: su 119 votanti solo 5 votarono per la Francia.

Daniele De Stefano

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende