La centrale termica del Politecnico, un capolavoro sconosciuto
Da Alessandro Maldera
Novembre 29, 2014
La città di Torino è famosa per la sua architettura eclettica e unica, che combina perfettamente elementi storici e moderni. Tuttavia, talvolta alcuni gioielli architettonici rimangono nascosti agli occhi dei torinesi stessi. Uno di questi capolavori sconosciuti è la centrale termica del Politecnico di Torino, situata in Corso Ferrucci 123/A. Costruita nel 2008, questa struttura rappresenta un vero e proprio connubio tra tecnologia all’avanguardia e design architettonico.
Ispirazione dell’archeologia industriale
Il progetto della centrale termica del Politecnico di Torino è realizzato dagli architetti Jeanne-Pierre Buffi, Marianne Buffi e Hugh Dutton. Quest’ultimo è anche noto per il suo coinvolgimento nel progetto dell’Arco Olimpico di Torino. La struttura della centrale è costituita da una serie di “vele” in acciaio inossidabile che avvolgono il nucleo centrale in cemento armato. Questo design è ispirato dall’archeologia industriale, che si propone di integrarsi armoniosamente nel paesaggio circostante. Le vele rappresentano l’energia in movimento, una forza dinamica che si trasforma in materia.
Luce e acciaio: l’energia in forma di arte
La centrale termica del Politecnico di Torino sfrutta questa connessione e si presenta come una scultura urbana di luce e acciaio. L’energia non è solo una fonte di calore, ma anche di luce. Durante il giorno, i raggi solari illuminano in modo particolare le vele di acciaio, conferendo loro una bellezza unica. Di notte, invece, la struttura è illuminata in modo scenografico grazie a un sistema di luci interne che filtrano attraverso le lastre metalliche. Questa combinazione di luce e acciaio crea un’atmosfera suggestiva e rende la centrale termica un punto luminoso e armonioso .
Riconoscimenti e funzionalità
La centrale termica del Politecnico di Torino ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il design innovativo. Nel 2010, è stata premiata con il premio Architetture Rivelate per il suo intervento scenografico che ha saputo integrare l’imponente presenza delle macchine tecnologiche nel contesto urbano di Spina 2. Tuttavia, non bisogna dimenticare che la centrale termica è una struttura in piena funzione.
All’interno del nucleo centrale in cemento armato, lavorano tre generatori di vapore che producono complessivamente una potenza termica di 255 MW. Questi generatori integrano gli impianti di cogenerazione, consentendo a oltre 90.000 famiglie di usufruire del servizio di teleriscaldamento.
L’inserimento nel contesto urbano
La centrale termica del Politecnico di Torino è un esempio di come l’architettura moderna possa armonizzarsi con il contesto urbano circostante. La sua collocazione strategica, in una rispetto al sistema di teleriscaldamento della città, è stata scelta per garantire un efficace servizio di riscaldamento per l’intera comunità. Questa attenzione al contesto e alla coerenza architettonica contribuisce a rendere l’opera non solo una struttura funzionale, ma anche un elemento distintivo del paesaggio urbano di Torino.
Articolo aggiornato il 16/12/2023
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende
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