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Il futuro di Torino immaginato 50 anni fa dalla popolazione

Da Alessandro Maldera

Aprile 03, 2014

futuro di torino

Non sono troppo lontani quegli anni in cui anche a Torino c’era una fiducia quasi illimitata nel progresso e in quello che si immaginava potesse essere il futuro, quando l’economia cresceva in maniera esponenziale, così come nascevano nuovi enormi quartieri e gigantesche industrie. Insomma gli anni del Boom.

La città del 2018, anche se colpita dalla lunghissima crisi economica, sta solo recentemente prendendo l’aspetto della Torino che ci si immaginava 50 anni fa: una Torino di grattacieli, centri polifunzionali, metropolitane e grandi shopping mall: il futuro a portata di mano.

Ironia della sorte, nell’area dove oggi c’è  il grattacielo Intesa San Paolo, un progetto comunale del 1964 aveva previsto la creazione di una nuova città moderna innestata al centro di un complesso sistema di strade, autostrade e metropolitane.

Il futuro di Torino immaginato 50 anni fa
Il futuro di Torino immaginato 50 anni fa

Nel 1964 infatti si prevedeva la creazione imminente di un mega Centro Direzionale, posto fra corso Ferrucci, corso Inghilterra, via Braccini e via Cavalli, là dove un tempo sorgevano le fabbriche Westinghouse-Nebiolo, il carcere Le Nuove e la caserma Cavalli.

Il piano del Centro Direzionale era stato presentato alla cittadinanza nel gennaio del 1964. Il tutto venne presentato nella neonata Galleria di Arte Moderna, che era stata ricostruita solo pochi anni prima nel 1959.

Il nuovo Centro Direzionale avrebbe accorpato tutti gli uffici amministrativi della Regione e del Comune. Non solo. Persino gli uffici delle grandi società private! In che modo? Realizzando un quartiere apposito con grattacieli, parcheggi sotterranei, piazze pubbliche sopraelevate, torri di uffici, sottopassaggi, ponti e strade ad alto scorrimento.

Un miraggio che oggi non è più così lontano.

Il futuro di Torino immaginato 50 anni fa
Il futuro di Torino immaginato 50 anni fa

La Torino dei grattacieli

A 50 anni di distanza infatti questo sogno si sta avverando, anche se solo parzialmente: il grattacielo della Regione Piemonte è infatti in costruzione nell’area ex-Avio, vicino al Lingotto, secondo un progetto dell’archistar Fuksas, unendo per la prima volta tutti gli uffici della Regione sparsi a Torino e realizzando un nuovo quartiere con uffici, abitazioni e giardini.

La Torino degli anni ’60 era molto diversa da quella di oggi. La costruzione del nuovo mega Centro Direzionale allora era vista come un’esigenza immediata.

Si pensava che i quattordici nuovi grattacieli previsti nell’area tra corso Ferrucci e corso Inghilterra sarebbero sorti in pochi anni.

Era una città che stava crescendo enormemente anche come popolazione: nel 1961 Torino oltrepassò il milione di abitanti arrivando dieci anni dopo ad avere 1.200.000 abitanti.

Per l’anno 2000 era previsto che la popolazione torinese superasse i 2 milioni di abitanti. Non era esclusa la possibilità di arrivare a 3 milioni.

Il futuro di Torino immaginato 50 anni fa
Il futuro di Torino immaginato 50 anni fa

Erano, in effetti, molto ottimisti visto che oggi invece il numero di abitanti di Torino si è ridotto drasticamente, anche grazie alla crescita dei comuni dell’hinterland, e nel 2012 sono stati censiti circa 870.000 torinesi.

Molti di meno quindi rispetto agli abitanti del 1964.

Chissà nel 2068, fra altri 50 anni, come sarà la nostra Torino e quali altri avveniristici progetti vedrà crescere o, più probabilmente, sparire?

Guglielmo Giachino

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende