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Il Canone di Torino: la storia di un antico riciclo

Da Alessandro Maldera

Marzo 03, 2014

Come e forse più di altri luoghi, il museo Egizio di Torino porta con sé diverse leggende, alcune legate agli oggetti esposti, altre “adattate” da leggende urbane che si ripresentano più o meno uguali in tutti i luoghi.

Oggi vi raccontiamo quella che riguarda il Canone di Torino.

Come la maledizione della testa mummificata, che ogni giorno, quando il sole la colpisce direttamente, si risveglierebbe per maledire coloro che le hanno impedito il sonno eterno, anche il  Canone di Torino nasconderebbe un segreto antico.

Il Canone di Torino: la storia di un antico riciclo
Il Canone di Torino: la storia di un antico riciclo

Non si può non ricordare anche la “famosa” (almeno per il popolo del web) classe di Como colpita dalla maledizione del Faraone, a distanza di 80 anni dal ritrovamento del sarcofago da parte di Carter.

Altre leggende (che però a vario titolo investono diversi monumenti e palazzi di Torino) destinano il museo a “bilancia” tra bene e male: i reperti esposti sarebbero reperti dal potere “positivo”, che compensano i flussi “negativi” degli oggetti custoditi nei sotterranei.

Esporre solo i primi sarebbe tanto dannoso quanto esporre solo i secondi, si dice.

Tra le tante storie, ve n’è una che vogliamo ricordare, che tuttavia non è un mito, ma la realtà, e che ci dimostra come la storia a volte risolva nel modo più “buffo” alcuni misteri.

Si tratta del Canone di Torino, o Papiro regio di Torino, ovvero la lista più completa di regnanti dell’Antico Egitto mai ritrovata.

Il Canone di Torino: la storia di un antico riciclo
Il Canone di Torino: la storia di un antico riciclo

Un documento di importanza capitale, il cui ritrovamento (faceva parte della collezione di Drovetti) rimane parzialmente avvolto nel mistero, ma che si desume sia legato al rinvenimento di una tomba.

Il documento partì (quasi) intatto dall’Egitto, ma giunse a Torino in uno stato pietoso, ridotto in brandelli microscopici per buona parte.

Essendo uno dei molteplici documenti presenti nella collezione, venne in prima battuta analizzato da Champollion, che, con enorme fatica, ne ricostruì una parte (l’analisi computerizzata delle fibre venne più di un secolo dopo…), e ne comprese l’importanza storica.

Il documento era come detto una cronologia (non completa, purtroppo) dei regnanti, da quelli divini (come ad esempio Ptah, primo della lista e padre di molti figli, tra cui Imothep, il cui nome, nonostante significhi “colui che viene in pace”, è stato dato a più di un “cattivo” nella cinematografia e nei fumetti) a quelli umani.

A differenza degli altri documenti, questo è l’unico che riporta praticamente tutti i regnanti, senza omettere, come molti altri documenti fecero, i nomi dei sovrani minori o dei cosiddetti usurpatori.

Il tutto corredato da periodo di regno e età del decesso.

Il Canone di Torino: la storia di un antico riciclo

Tra i frammenti ritrovati, uno in particolare in questi giorni è salito agli onori delle cronache, quello legato a User Ib Ra, il faraone “ritrovato” da poco in una necropoli, e la cui mummia potrebbe venire qui a Torino.

Il documento costò più di 100 anni di lavoro e di ricomposizioni, l’ultima delle quali risale agli anni ’60.

Finora una storia normale, ma lo humor si nasconde proprio dietro alle ultime scoperte fatte sul documento: la cronologia regia egizia più completa al mondo, in grado di smentire più di uno storico man mano che veniva ricostruita, sarebbe niente di più che… carta di recupero.

Già, perché sul fronte del documento sono riportati quelli che sembrano essere accertamenti contabili di persone e istituzioni, mentre sul retro è riportata la lista dei re, molto probabilmente come esercizio di scrittura per uno degli scribi.

Potremmo dire, in breve, un pezzo di carta usato come recupero appunto.

Chi lo fece mai avrebbe potuto immaginare di aver consegnato agli studiosi, più di 2000 anni dopo, la chiave per riscrivere la storia dell’Egitto.

V.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende