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Lamborghini “Countach”: un Perbacco a 300 km all’ora

Da Alessandro Maldera

Settembre 25, 2013

Countach nascita Lamborghini

Lamborghini “Countach”: un Perbacco a 300 km all’ora

Era notte fonda e nello stabilimento della Carrozzeria Bertone di Grugliasco, un guardiano notturno stava aspettando l’ingegnere Stanzani. L’ingegnere era in ritardo clamoroso. Doveva dare l’ultima occhiata ad un prototipo che avrebbe poi impresso la storia dell’automobilismo sportivo firmato Lamborghini.

Finalmente Paolo Stanzani, direttore tecnico della casa automobilistica Lamborghini, si presentò ai cancelli e il guardiano lo accompagnò nelle officine.

Sotto un telo era nascosto un gioiello a quattro ruote. Via il telo e il bolide avveniristico si presentò agli occhi dei due visitatori.

“Countach!”

Esclamò il guardiano con gli occhi aperti dalla meraviglia e l’espressione di chi vede per la prima volta un’astronave. Countach!

Perbacco in piemontese, è un’espressione che indica stupore come a dire accidenti, oppure caspita.

Quella notte nelle officine di Grugliasco riposava una belva da strada che avrebbe fatto girare la testa ad intere città al suo passaggio rombante.

Lamborghini "Countach": un Perbacco a 300 km all'ora
Lamborghini “Countach”: un Perbacco a 300 km all’ora

Che di leggenda o verità si tratti, ad ogni modo l’ingegner Stanzani scelse il nome Countach per la sua creatura diabolica e così la battezzo quella notte dell’inverno 1970-71.

Si ruppe la tradizione della casa bolognese di chiamare le proprie creazioni con nomi di tori.

Già, il toro, il segno zodiacale del fondatore Ferruccio Lamborghini, simbolo dell’azienda sottolineato e ricordato anche nelle fuoriserie come Urraco, Espada, Gallardo, Murcielago, Aventador.

Il toro, animale indomito, sfidato nelle corride, potente e infuriato, emblema della città di Torino, che in questa occasione con la Bertone plasmò la materia per dare le forme all’opera d’arte Countach.

La supercar non era come le altre, ah no.

Larga e bassa, pareva essere avvinghiata all’asfalto su cui scorreva come una saetta grazie al motore v12 e ai 375 cavalli pronti a scalciare e a galoppare a rotta di collo sotto il cofano posteriore. Il tocco futurista su una carrozzeria già all’ultra-avanguardia fu la scelta delle tipiche porte che si aprivano ruotando verso l’alto.

Una roba dell’altro mondo.

Taglio sartoriale dei finestrini e del parabrezza, angoli e spigoli decisi, prese d’aria da shuttle, addirittura lo specchietto retrovisore a periscopio: queste sono caratteristiche di un’auto di lusso o del Nautilus?

Lamborghini "Countach": un Perbacco a 300 km all'ora
Lamborghini “Countach”: un Perbacco a 300 km all’ora

Fu presentata tra gli applausi al salone di Ginevra del 1971.

Subito gli ordini furono consistenti tanto che la Lamborghini s’ingrandì e si allargò nel mercato internazionale dei giocattoli per adulti ricchi.

La natura dell’azienda cambiò pelle abbandonando l’artigianalità produttiva che comunque non garantiva una produzione se non poche decine di esemplari l’anno, per crescere dal punto industriale abbracciando dunque la produzione in serie.

Le versioni si susseguirono per vent’anni, lungo i ’70 e gli ’80, e la Countach divenne sempre più bella, sempre più potente, sempre più cattiva.

Negli Stati Uniti la macchina piacque molto ai nababbi yankee e le linee della “Perbacco!” comparvero tra i canyon dei grattacieli, sulle avenue illuminate dai neon di Miami, sui tornanti collinari sopra Los Angeles.

Un perbacco meravigliato ai trecento chilometri orari!

 Federico Mosso

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende