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Quando a Torino si andava in spiaggia

Da Alessandro Maldera

Giugno 13, 2014

Quando a Torino si andava in spiaggia

Costume, Barbera e gianduiotti: tutti pronti per la spiaggia di Torino.

Agli inizi dell’800 era questa probabilmente tutta l’attrezzatura necessaria ai torinesi per raggiungere la spiaggia.

Non serviva la macchina (anche perchè non esisteva ancora), né salire in carrozza portandosi appresso pesanti bauli; era sufficiente fare due passi o tuttalpiù inforcare la bicicletta, scendere fino alle rive del fiume Po e godersi il “mare” cittadino.

Avete capito bene: i nostri trisnonni avevano a disposizione vere e proprie  spiagge sulle sponde del Po, alcune lasciate libere al pubblico, altre attrezzate con ombrelloni e sdraio a pagamento, come la moderna Liguria o Versilia.

Quando a Torino c'era la spiaggia
La spiaggia “dei brutti”

La gran parte dei lidi era situata a monte del centro cittadino per evitare gli scarichi industriali e fognari più a valle, ma i torinesi non si negavano certo qualche ora di tintarella per così poco.

La prima spiaggia sulla riva destra del fiume (quella di corso Moncalieri, per intenderci) è la cosiddetta spiaggia “dei brutti”, situata poco prima dell’odierno ponte dell’ospedale Molinette, non attrezzata e frequentata principalmente da operai e povera gente.

I Bagni Lido Savoia
I Bagni Lido Savoia

Appena oltre si incontrava il fiore all’occhiello degli stabilimenti torinesi dell’epoca, i Bagni Lido Savoia.

L’offerta era a cinque stelle: sdraio, ombrelloni, cabine e docce, il tutto con alle spalle la frescura della collina e di fronte lo spettacolo offerto dalla capitale del Regno di Sardegna.

Attualmente il suo posto è stato preso dalla piscina Comunale Lido, costruita nel 1933 e dotata di una grande veranda panoramica sul fiume.

La posizione dei Bagni Lido Savoia, in basso a destra nella cartina Torino
La posizione dei Bagni Lido Savoia, quasi al centro nella cartina Torino

Sempre sponda destra, appena 500 metri più avanti, i cittadini più facoltosi potevano rilassarsi sulla sabbia fine dei Bagni Diana.

Stabilimento di lusso, era posizionata all’altezza dell’attuale Museo dell’Automobile e vantava tra le sue caratteristiche più apprezzate quella di avere una grande piscina a disposizione dei suoi clienti.

La piscina è tuttora in funzione, gestita dal Gruppo Sportivo Fiat.

I Bagni Diana con, a destra, la grande piscina
I Bagni Diana con, a destra, la grande piscina

La sponda sinistra del Po era invece riservata ai meno abbienti che, nella bella stagione, si riversavano in massa al Lido Spezia, posto allo sbocco dell’omonimo corso e attrezzato anch’esso con cabine, docce e wc.

Più avanti il Lido Millefonti, sempre provvisto di tutti i comfort, ma a prezzi popolari e, quasi alla confluenza tra Po e Sangone, un’ulteriore spiaggetta libera.

La spiaggia "libera" alla confluenza con il Sangone
La spiaggia “libera” alla confluenza con il Sangone

Se vi state chiedendo perchè al giorno d’oggi noi non possiamo godere di questo comodo svago estivo, sappiate che furono i lavori per la grande esposizione di Italia ’61 ad inghiottire la sabbia del Lido Millefonti, mentre il Lido Spezia resistette fin quasi agli anni ’70.

Spiaggia To

Il lento declino delle spiagge cittadine era in realtà iniziato qualche anno prima con il boom dell’auto e la possibilità per tutti o quasi di raggiungere le località di mare in poco tempo. Il colpo mortale fu però inferto poco meno di 50 anni fa, quando l’amministrazione comunale decretò il divieto di balneazione a causa del crescente inquinamento e in riva al Po nessuno andò più a prendere il sole.

(immagini da internet)

Marco Parella

 

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende