Il vino della provincia torinese: dal Canavese alla collina torinese
Da Alessandro Maldera
Luglio 04, 2013
Il vino della provincia torinese: dal Canavese alla collina torinese
Nonostante sia meno rinomata e conosciuta per i suoi vini, ricordiamo che si tratta di una terra dalla forte tradizione enologica e, negli ultimi anni, un numero crescente di produttori ha cercato di affinare e migliorare le tecniche enologiche cercando, contemporaneamente, di acquisire maggiore visibilità verso il mercato esterno.
Sul territorio provinciale troviamo quattro zone particolarmente vocate alla coltivazione dell’uva, queste sono: il Canavese, il Pinerolese, la Valsusa e la Collina Torinese.
Indubbiamente la zona di maggior prestigio per i suoi vini è il Canavese.
In questa zona, confinante con la Valle d’Aosta, i vitigni maggiormente coltivati sono l’autoctona erbaluce, il cui nome deriva dalla leggendaria linfa Abaluce, e il nebbiolo. Da questi due vitigni provengono i rinomati Erbaluce di Caluso, declinata anche nella versione spumante e passito, e il Carema, il cui vitigno maggiormente impiegato viene coltivato eroicamente su terrazzamenti in pietra.
Il Pinerolese, sebbene negli ultimi decenni abbia ridotto le proprie coltivazioni di vite, rappresenta un territorio di grande tradizione enologica che ha avuto il suo culmine nella metà Ottocento. Tuttavia negli ultimi anni gli addetti ai lavori stanno cercando di dare nuova linfa al settore puntando a una maggior qualità e mettendo anche in risalto le particolarità enologiche del proprio territorio come il Ramìe e il Doux d’Henry, oltre a coltivare e produrre vini con le tradizionali uve piemontesi.
Nella capitale sabauda ai tempi della Real Casa parte del territorio collinare veniva coltivato a vite.
Di fatto intorno alle case nobiliari e borghesi proliferava la nascita di filari e la produzione di vino era solamente destinata a ricoprire il fabbisogno familiare. Con il passare dei secoli e con i vari passaggi proprietà, questi appezzamenti vitati diventarono vigne a tutti gli effetti fino ad arrivare ai giorni nostri. Questi dolci pendii, posizionati fra il torinese e l’astigiano, sono oggi riconosciuti per la celebre Freisa e i vini dolci Cari e Malvasia, che trovano il loro massimo sodalizio con la piccola pasticceria torinese.
In ultimo, ma non meno importante, parliamo della Valsusa, dove la coltivazione della vite resiste, sebbene il clima e le condizioni ambientali non siano del tutto favorevoli. Tra i numerosi vitigni coltivati, meritano sicuramente una menzione gli autoctoni Avanà e Becquét.
di Clara Lanza
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende
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