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L’invasione dei QR code a Torino

Da Alessandro Maldera

Luglio 10, 2012

L'invasione dei QR code a Torino

Che diavolo sono i “QR Code”? Un nuovo termine finanziario per confondere ulteriormente le masse di risparmiatori deambulanti tra labirinti di spread? Un test per misurare la deficienza? Sono cyborg venuti dallo spazio per sottometterci? Essi vivono? E se sì, mordono?

In realtà un QR code viene definito come un codice a barre bidimensionale o a matrice. Molto più complesso ed articolato rispetto al papà Barcode (quello con le stanghette parallele), è costituito da una serie di moduli neri inseriti dentro un quadrato.

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L’origine di questo schema contenente informazioni è nipponica. Nel Sol Levante, terra di samurai robotizzati e di tecnologia fantascientifica, la Denso Wave, società al soldo del gigante Toyota, studiò un modo per tracciare i pezzi delle automobili in costruzione nell’ ottica di ottimizzare la gestione di scorte, magazzini, approvvigionamenti.

Con l’esplosione del mercato dei cellulari i QR Code hanno trovato poi una nuova casa.

Grazie alla tecnologia degli smartphone, basta avvicinarsi ad un oggetto che abbia un QR ed ecco automaticamente navigare verso rotte web e arcipelaghi di banche dati ad esso collegati. Stregoneria!

Sul proprio schermo appaiono informazioni, notizie, applicazioni.

L'invasione dei QR code a Torino

Da queste premesse possono nascere innumerevoli scenari ed utilizzi. In Italia ad esempio, nel comune di Barga, la cittadina più “taggata” della penisola, i codici sono stati impressi nei luoghi principali del paese. Basta puntare il proprio telefonino o tablet sulle mattonelle di mura, chiese e palazzi e la storia di quei posti compare sul palmo della propria mano.

In USA, paese all’avanguardia in tal senso, si sta sperimentando una moderna concezione di eco-technology.

E’ il caso del Distretto di Columbia, dove c’è la capitale Washington; qui le autorità incoraggiano i cittadini all’adozione di nuovi alberi piantati utilizzando il sistema QR con dei cartellini posti sui tronchi.

Una volta preso l’impegno, il cittadino avrà la responsabilità della pianta, dovrà assicurarne la crescita e mantenerlo in ordine dalle erbacce, rifiuti e souvenir di cani e sarà tenuto ad informare gli uffici pubblici in caso di manutenzione straordinaria.

A Torino ci fu una piccola sperimentazione nel 2007, con i QR Code appiccicati su qualche monumento. Anche ora non ci smentiamo come città laboratorio e da qualche tempo abbiamo introdotto una nuova tipologia di codici a barre per il Museo Egizio, per quello del Cinema, a palazzo Madama e in tanti altri luoghi d’interesse. La tecnologia è quella di Microsoft Tag con codici HCCB (High Capacity Color Barcode) più ricchi d’informazioni rispetto ai predecessori.

A quanto pare il progresso si trova in un’applicazione da scaricare e gli smartphone occuperanno un posto sempre più centrale nelle nostre vite sabaude e non. Vedo nella sfera magica un futuro di uomini che camminano con gli occhi chini su schermi luminosi e un gran numero nasi rotti per i lampioni presi di faccia.

F.Mosso

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende