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Il demone buono e il demone cattivo del Borgo Medioevale

Da Alessandro Maldera

Giugno 08, 2012

Il demone buono e il demone cattivo del Borgo Medioevale

Oggi parliamo delle raffigurazioni demoniache del Borgo Medioevale. Le troviamo un po’ ovunque e noi ve le sveliamo.

Torino viene da sempre dipinta come la città dell’occulto e della magia nera.

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Ci si può credere o meno, ma le raffigurazioni di diavoli e demoni sono innumerevoli. Da quando il compianto Gianluigi Marianini parlò in televisione dell’esistenza di quarantamila satanisti nell’area cittadina, si alimentò un mito che già viveva di vita propria da almeno un secolo.

Uno dei casi più curiosi di raffigurazioni demoniache è ben visibile nel Borgo Medioevale progettato nel 1882 da Alfredo d’Andrade.

Sulla facciata della Chiesa, che in origine era una semplice quinta teatrale quasi bidimensionale, spicca un enorme diavolo in catene, tenuto in custodia da S. Bernardo in una delle più celebri iconografie del Medio Evo ripresa dalla chiesa di San Giorgio in Valperga.

Impossibile non notare quanto spazio la figura mefistofelica occupi e, benché sia immortalata nel momento della sconfitta e dell’umiliazione, è senza dubbio protagonista della scena e della decorazione esterna dell’edificio. Nello stesso Borgo è presente anche un secondo diavolo con connotati diametralmente opposti.

All’ingresso, giusto accanto al ponte levatoio, troviamo una figura mostruosa antropomorfa. Questo demone riprende l’usanza medievale di voler spaventare gli invasori ed è ben chiaro questo intento nel cartiglio, ormai quasi illeggibile, che lo sovrasta:

«Si pacem portas licet has tibi tangere portas,
si bellum queres tristis victusque recedes»
«Se pace tu porti, accostati pure a queste porte,
se guerra tu cerchi, triste e battuto ti ritirerai»

Nel solo Borgo Medioevale incontriamo quindi un demone buono, che difende la cittadella, ed uno malvagio, incatenato ed umiliato. Un motivo che potrebbe tranquillamente avere sospinto la tesi del binomio delle forze del male e del bene che leggenda vuole si sposino a Torino.

Di certo resta la testimonianza di un’epoca, seppur in un rifacimento ottocentesco, e dello spirito vivo di quel periodo.

Michele Albera

 

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende