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Torino: la pianta a “scacchiera” che non discende dai romani

Da Alessandro Maldera

Maggio 16, 2012

Una delle caratteristiche molto invidiate della nostra città e che la rendono del tutto diversa dalla vicina Milano è il suo semplice e ortogonale schema urbanistico

Dettaglio che ha reso sempre molto facile l’individuazione delle vie cittadine e il semplice girare tra le sue strade.

Vi svelo un piccolo segreto: questo caratteristico stampo a scacchiera non deriva, come molti erroneamente credono, dall’antica Augusta Taurinorum, costruita sulla base dei famosi decumano e cardo romani.

Ma da una trasformazione molto più recente: l’assetto odierno della nostra città risale infatti all’inizio del Seicento da una studiata strategia politica e militare.

Ed ecco un po’ di storia: il duca Emanuele Filiberto, dopo la pace di Cateau Cambrésis, decise infatti di spostare il baricentro dei propri domini nei territori al di là delle Alpi verso i suoi possedimenti piemontesi.

Torino vista dall'alto da Google Earth
Torino: la pianta a “scacchiera” che non discende dai romani

Spostando così a Torino la capitale del suo ducato.

Torino all’epoca era poco più di un grosso borgo medievale e questo nuovo status della città causò un nuovo riassetto complessivo degli spazi.

Portando prima alla creazione di una cittadella fortificata per poi spingersi successivamente ad un vero e proprio ampliamento della città al di fuori della cinta muraria.

Ed ecco così nascere, sotto la guida dell’architetto Carlo di Castellamonte, il tanto famoso schema a scacchiera che connota ancora oggi la nostra città

L’espansione della capitale avviene infatti lungo un tracciato di vie tra loro del tutto ortogonali, con una suddivisione regolare degli isolati ed un sistema di strade omogenee, rettilinee e a sezione costante.

Torino vista a volo d'aquila
Torino: la pianta a “scacchiera” che non discende dai romani

Ed è proprio da questo piano urbanistico che nasce il famoso malinteso.

L’ampliamento della città non cerca di riproporre lo schema romano (basti infatti pensare che l’antica città romana era stata quasi del tutto rimpiazzata dall’allora esistente e caotico tessuto medievale presente nel centro storico) ma anzi riprende stilisticamente l’allora tanto seguita cultura architettonica rinascimentale

Quest’ultima, in effetti, aveva trovato la sua massima espressione nel controllo geometrico e prospettico degli spazi urbani.

Il rigore nel disegno geometrico del tessuto urbano torinese del primo seicento non è solo una scelta volutamente stilistica.

Anzi è proposto per rimarcare il potere assoluto della dinastia regnante.

Le famose immagini di vedute a volo d’uccello della capitale tanto care all’iconografia di quel periodo e che ancora oggi riproponiamo quando vogliamo definire la famosa scacchiera di Torino volevano proprio marcare l’idea della città.

Un luogo di rappresentazione del potere del duca e della sua magnificenza e non un collegamento, come molti pensano, agli antichi avi romani.

Umberta P.d.B.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende