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The Italian job: Torino 50 anni fa

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The Italian job: Torino 50 anni fa

Se siete curiosi di sapere quanto sia cambiata Torino negli ultimi 50 anni non dovete far altro che mettervi comodi e avviare il film “Italian Job”.

Sì la pellicola del 1969 del regista Peter Collinson – che sottolineiamo non  ha niente da fare con il remake del 2003 girato a Venezia – è tutto ambientato per le strade della nostra città.

La trama è abbastanza sempliciotta. Un gruppo di ladri inglesi giunge in città con l’intento di mettere a segno un rapina ad un camion portavalori che trasporta le paghe di migliaia dipendenti Fiat.

Un furto che riuscirà grazie alla manipolazione di un sofisticato computer da parte del gruppo di banditi. Questi ultimi, guidati da Michael Caine, saranno in grado di modificare le indicazioni dei dei semafori della città

The Italian job: Torino 40 anni fa
Una Mini Cooper

La bellezza del film – che è stato inserito al 36° posto nella classica dei film britannici mai prodotti – è seguire i molti inseguimenti tra forze dell’ordine ed i furfanti.

I ladri a bordo di tre Mini Cooper scorrazzano per i posti meno probabili della nostra città,  consentendo così allo spettatore di tornare alla Torino della fine degli anni 60.

I portici di via Roma, la chiesa della Gran Madre, la stazione di Porta Nuova, la pista parabolica del Lingotto ed  il tetto del Palazzo del Lavoro sono solo alcuni dei luoghi in cui è ambientato il film.

Posti che se non escludiamo per il diverso stile in cui sono vestiti gli attori, sono quasi del tutto identici ad allora.

Torino negli ultimi 40 anni, infatti,  non è cambiata molto

The Italian job: Torino 40 anni fa

Sì nella pellicola si può ammirare una piazza Castello ancora aperta al traffico, o la presenza di numerosi dehors sotto i portici di via Roma o i diversi locali siti ai Murazzi.

Piccole differenze che,  se consideriamo come il film sia stato girato nel 1969, ci danno il senso di quanto la nostra città difficilmente  muti.

Il regista Peter Collinson scelse di girare qui il proprio film proprio qui, perché già alla fine degli anni ’60 Torino, allora prima tra le metropoli europee,  disponeva veramente di un centro di controllo computerizzato del traffico.

Un meccanismo che consentiva di disporre della così detta onda verde tra i semafori.

La Redazione di Mole24

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